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Una sessione di Neuro-Training è molte cose


16 Settembre 2019

Prima di tutto un piacere, il piacere di colloquiare con noi stessi e scoprire nuove soluzioni e risorse al nostro interno.

E inoltre una modalità piacevole di recuperare benessere, aumentare l’energia e acquisire nuova consapevolezza e sicurezza.

Tutto questo ci offre una positiva e più realistica percezione di noi stessi e delle nostre possibilità, e uno strumento col quale allenarci a gestire e migliorare tutte le situazioni.

La serenità e l’accesso alle nostre capacità sono il risultato di un atto d’amore verso noi stessi, che si riflette positivamente sulle persone a cui vogliamo bene.

Qualunque cosa facciamo, la facciamo attivando il nostro sistema nervoso, e qualunque cosa il sistema nervoso faccia, lo fa sulla base delle nostre memorie, e in particolare della memoria procedurale.

La differenza tra memoria dichiarativa e procedurale é uno degli aspetti più affascinanti che riguardano le neuroscienze, e ci da la misura per capire come facciamo ciò che facciamo, e come e perché sappiamo farlo.

La memoria dichiarativa é relativa alle conoscenze esprimibili verbalmente, a ciò che “sappiamo di sapere”, come ricordare dove abbiamo parcheggiato l’auto, o il nome di una persona, mentre la memoria procedurale viene espressa attraverso le azioni, e non è facilmente verbalizzabile, é una “memoria dei gesti”, come nel saper andare in bicicletta, o usare un cacciavite.

Nell’episodio 4 della seconda stagione de “La scienza oscura”, un programma trasmesso su Discovery Channel, si mostra come le lesioni in alcune aree del cervello (corteccia ippocampale e entorinale) possono compromettere la capacitá di mantenere la memoria dichiarativa, mentre la memoria procedurale resta intatta. Così le abilità motorie vengono mantenute, mentre può essere dimenticato il fatto di averle apprese.

Abilità fisiche e di azione da una parte, e memoria intellettuale  dall’altra, sono quindi di fatto, separate e distinte dal punto di vista neurologico.

Questo ci fa comprendere quanto sia falsa la nostra percezione del fatto che l’apprendimento sia primariamente logico e legato all’abilità verbale.

In realtà acquisiamo una vera abilità quando apprendiamo una modalità e siamo in grado di riprodurla. Istintivamente sappiamo che molte cose pratiche sono più semplici da fare che da spiegare, e che in questi casi il fare, cioè l’esperienza neurologica, é la miglior maestra.

Chiunque abbia praticato uno sport é consapevole di questo.

Viene quindi da sorridere a leggere di chi dice che una cosa non la si sa veramente se non si é in grado di spiegarla in maniera semplice. Una cosa semplice, come il sapore di una fragola, può non essere efficacemente spiegabile a parole, ma viene compresa immediatamente nel momento in cui si compie l’azione specifica, in questo caso assaggiare una fragola.

L’applicazione positiva dell’esperienza, la costruzione di una reale capacità pratica, l’abilità di modificare aspetti reali dell’esistenza, consistono quindi principalmente nell’allenamento della nostra memoria procedurale, e nel renderla coerente con la memoria dichiarativa.

Due studiosi, Anderson e Schunn, oltre a distinguere tra conoscenza dichiarativa e procedurale, hanno proposto una seconda distinzione tra il livello simbolico, che rappresenta le strutture di conoscenza, e il livello subsimbolico, che rappresenta la disponibilità a livello cognitivo dei simboli.

Ciò che è subsimbolico, e quindi legato all’espressione consapevole della conoscenza, si esprime e si attua attraverso l’esercizio prolungato, ossia la pratica, che attiva e rende stabile e disponibile a livello neurologico ciò di cui abbiamo e facciamo esperienza.

Il Neuro-Training opera e migliora a tutti questi livelli, e per darvi la possibilità di testarlo, abbiamo sempre offerto la possibilità di provare gratuitamente una sessione, e vi invitiamo a farlo, finché avremo spazio in agenda.

La Kinesiologia e il Neuro-Training, sono una storia di esperienze

Il Neuro-Training ha una parte fondamentale della sua origine nella Kinesiologia, la disciplina scoperta nei primi anni 60 dal chiropratico americano George Goodheart.

Goodheart, a sua volta figlio di un chiropratico, era una persona precisa e pignola, appassionato tra l’altro di fisica ed elettronica.

Lavorando nel suo studio con un cliente, trovò debole un tensore della fascia lata, il muscolo che corre lungo l’esterno della coscia, e tentò di riequilibrarlo, senza ottenere risultato.

A quel punto appoggiò, soprappensiero, le dita sul ventre del muscolo, e al successivo test scoprì che era diventato forte.

Si chiese che cosa avesse cambiato lo stato del muscolo, rinforzandolo, indagò e scoprì di aver attivato, col tocco, un riflesso nervoso presente nel ventre muscolare, e precisamente un riflesso neuro-linfatico.

 

Quando si parla di riflessi nervosi, viene istintivo pensare ai rilessi tattili presenti sulla pelle, e, per chi ha confidenza con le discipline olistiche e bionaturali, ai punti dei meridiani usati anche nell’agopressione, e alla riflessologia plantare

In realtà esiste una corrente della riflessologia che é di tipicamente occidentale e parte da solide basi scientifiche.

L’origine di questa corrente risale al 1922, quando il medico americano Pottenger pubblica per l’editore Welby il libro “Symptoms of Visceral Disease”. In esso si postula che tutti gli organi e le strutture interne al corpo hanno un riflesso diretto o indiretto con la superficie del corpo stesso, ossia con la pelle.

Questi studi vengono sviluppati, fra l’altro, da due osteopati, Chapman e Bennett, che negli anni 30 scoprono e codificano i riflessi neurolinfatici e neurovascolari.

I riflessi neurolinfatici si presentano tipicamente sotto pelle, particolarmente nel busto e nelle gambe, e sono dei veri e propri interruttori che attivano il sistema linfatico, e quindi l’eliminazione delle tossine. Hanno un effetto immediato e benefico su molte situazioni, come decongestione muscolare, lucidità mentale e fluiditá emotiva.

I riflessi neurovascolari rappresentano invece una memoria della circolazione del sangue nelle prime cinque settimane di gravidanza, quando il cuore si sta formando e sono le differenze di pressione della placenta a guidare il sangue da una zona all’altra del feto. Noi conserviamo una memoria neurologica di questa modalità di circolazione, in questi punti riflessi che si trovano sulla testa e sul busto.

Goodheart, scoperta la correlazione tra tensore della fascia lata e riflesso neuro-linfatico, andò alla ricerca dei punti riflessi collegati agli altri muscoli, e scoprì che molti punti erano posizionati fuori dall’area dei rispettivi muscoli. Si chiese quindi che cosa li collegasse, e così facendo scoprì la relazione tra muscoli, punti riflessi e meridiani del Modello Tradizionale Cinese, che é la base della Kinesiologia.

Dalle scoperte di Goodheart ad oggi sono passati cinquanta anni, in cui molti osteopati, chiropratici e Kinesiologi si sono occupati e hanno sviluppato la sua disciplina con passione ed intelligenza, ed oggi si contano nel mondo più di 150 diversi modelli di Kinesiologia.

Il Neuro-Training ha le sue radici in questa evoluzione

Il suo creatore Andrew Verity vi ha integrato moltissimi modelli ed approcci, in modo elegante ed efficace, rendendo fruibile in esso molto di quanto si é sviluppato in questi decenni nelle discipline olistiche e bionaturali.

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